Siete sul blog dell'Osteria Il Corvo Torvo di Lanciano (CH). Parliamo di Gastronomia, Buon Bere, Arte, Territorio. Mettetevi comodi, siete i benvenuti!
Poteva mai Silvano mettere su un
calendario dedicato al blues dalla testa ai piedi senza pensare ai
Dago Red? E infatti il 27 marzo per Puzza Fa' Lu Blues ci sono
proprio loro, al Corvo Torvo sono stati già diverse volte e sono di
casa.
Ormai sono passati quasi 20 anni da quando la band si è
formata a Guardiagrele (CH) per iniziativa di Nicola Palanza, Marco
Pellegrini e Giuseppe Mascitelli, e da allora hanno pubblicato tre
album - il più recente è il s/t del 2009 -di folk'n blues con canzoni originali incentrate sulla vita di
tutti i giorni e su piccoli grandi drammi quotidiani fatti di disoccupazione,
alcolismo, malattia mentale.
[Ph.: Matteo Lorenzet]
Dal 1998 in poi hanno preso parte a
numerosi festivalblues attraversando l'Europa, ampliando la
formazione originale fino ai sei elementi attuali (si sono aggiunti
Angelo Tracanna, Fausto Troilo e Paola Ceroli), suonando in giro in
acustica e inframmezando i propri inediti con classiciblues e folk. La formula del Corvo Torvo è quella che conoscete: cena con la
cucina di Silvano Piccirilli – quitrovate il menu alla carta, e se
decidete di venire a mangiare in gruppo potete dare anche uno sguardo
alle tre proposte di menu fisso a questo link – e poi concerto dei
Dago Red con ingresso libero per tutti, ricordandovi che la
prenotazione al tavolo è prevista per i soli leccheloni cenanti.
Il Corvo risponde allo 0872 716303
nonché su Facebook. Buon blues a tutti!
Il prossimo venerdì 13 uscite di casa
serenamente senza toccarvi le parti intime. Non vi proponiamo niente
di horrorifico, e anzi al Corvo succede una cosa bella: vengono a
trovarci The Swamp, band laziale composta da Samuel Stella (voce e
chitarra), Ruggero Giustiniani (percussioni) e Light Palone
(contrabbasso).
Con loro daremo il là – e tutte le altre note del
caso – al secondo appuntamento di Puzza Fa' Lu Blues,
dedicato a quello che abbiamo indicato in cartellone come swing /
blues.
Ora, in realtà è un gran casino mettersi lì e appiccicareetichette con nomi precisi in questi contesti. Tant'è vero che
quando si sente parlare di swing si pensa automaticamente anche al
jazz, e magari pure all'immaginario fitzgeraldiano e alla Harlem Renaissance con tutto il suo processo di emancipazione, affinamento e
diffusione della cultura popolare afroamericana
fra il pubblico bianco colto dell'East Coast e del Mid West.
Lo swing in sé per sé (to swing = "dondolarsi,
ciondolare") diventa genere di successo nella seconda metà degli anni
Trenta attraverso una combinazione ballabile di partiture da
orchestra e armonie blues. A tutto questo si unisce anche il gusto
peculiare per le variazioni sul tema tipiche dei primi esperimenti
jazz dell'area di New Orleans. Nel Mid West, soprattutto attorno a
Kansas City, i caratteri blues sono più marcati, mentre a New York
spopolano le big band di impronta jazzista in cui suonano insieme
musicisti bianchi e neri – vere e proprie orchestre da ballo con
voci soliste dal fraseggio blues che riscontrarono enorme successo
con brani di largo consumo.
Per farla breve e per non buttarla
troppo in chiacchiere, qui di séguito trovate un piccolo – e
inevitabilmente incompletissimo – quadretto sonoro e biografico con
i protagonisti delle origini dello swing. Ricordate di prenotare per
la serata di venerdì 13 marzo al Corvo Torvo con The Swamp!, prima del live si mangia e
si beve come sempre, e poi verso le 22:30 – 23:00 si ciondola
insieme bluesando fra una tazza e l'altra...
Lo swing è stato soltanto uno fra i
generi musicali sperimentati da DUKE ELLINGTON (1899–1974).
Pianista, compositore, bandleader e manager, è considerato una
figura determinante nella storia del jazz, sebbene lui stesso
preferisse definire quello cui si dedicò, per sessant'anni circa,
come musica americana. Figlio di un maggiordomo al servizio della
Casa Bianca, Duke Ellington ebbe un'infanzia agiata e cominciò a
dedicarsi professionalmente alla musica molto presto, divenendo
appena venticinquenne leader di un'orchestra che annoverava tra le
proprie file musicisti di primordine, e che sarebbe rimasta in piedi
– con alterne vicende – fino agli anni '70.
È
impossibile liquidare in una decina di righe vita e aneddoti musicali
di LOUIS ARMSTRONG (1901–1971): fin troppa carne sul fuoco e fin
troppo poderoso il suo operato di artista. Senza il suo contributo,
non solo la musica swing non sarebbe stata quello che è stato, ma
forme di canto largamente sfruttate dal jazz come lo scat non
avrebbero probabilmente incontrato tanta popolarità, così come
neanche il fraseggio vocale di Billie Holiday sarebbe stato
possibile. Satchmo è diventato leggenda per carisma, personalità di
musicista e impegno politico; fu grande sostenitore di Martin Luther
King, e persino l'FBI lo teneva sott'occhio. Ne passò di tutti i
colori prima di arrivare al successo, e per quanto la natia New
Orleans gli restò sempre nel cuore con affetto, l'infanzia in quella
città fu per lui un rincorrersi di esperienze estreme di violenza,
vita di strada e scatafasci familiari vari. Armstrong è stato
trombettista, cornettista e cantante ricordato in termini di non
comune generosità tanto professionalmente che nel privato.
Figlio di musicisti,WILLIAM ALLEN 'COUNT'- nel senso di "conte" - BASIE (1904–1984) è stato un
genio musicale talmente precoce da ritrovarsi a suonare e dirigere
spettacoli di varietà e musica blues appena ventenne. Nato nel New
Jersey, si spostò a cercare fortuna in Kansas, dove si fece strada
suonando in varie band musicali, per poi fondarne una tutta sua. La
Count Basie Orchestra fu operativa dal 1936 al 1950 ed è oggi
ricordata come una delle più celebri band di swing. Oltre a un
organico che variava dai 16 ai 18 elementi, poté contare su
collaborazioni prestigiose con artisti del calibro di Ella
Fitzgerald, Billie Holiday e Frank Sinatra. One o'Clock Jump, del
1937, è stato forse il successo più trascinante dell'Orchestra. È
un brano fondamentale per lo swing delle origini, poiché conserva la
struttura a dodici battute tipica del blues ed è sintomatica del
fatto che, fra la fine degli anni '30 e l'inizio dei '40, fosse
pressoché impossibile delimitare confini precisi fra ciò che era
blues e ciò che poteva essere definito tout court come jazz. Lo
swing diventò la terra di mezzo in cui andavano sperimentandosi
nuove imprescindibili e fruttuose contaminazioni.
BENNY GOODMAN (1909–1986) è stato
definito da alcuni coevi The King of Swing. Oggi, col senno di
poi, l'appellativo suona un tantino altisonante, soprattutto se si
pensa che Goodman visse e operò contemporanente a personalità come
Duke Ellington o Armstrong. Ciononostante, Goodman e la sua orchestra
jazz da ballo – cui persino la NBC riservò nel 1934 lo show
radiofonico del sabato sera, Let's Dance – giocarono un ruolo
fondamentale nello sdoganamento della musica della comunità nera fra
il pubblico bianco. Benny Goodman nacque a Chicago da una modesta
famiglia di origine russa che lo avviò agli studi musicali. Non è
ricordato tanto per le capacità tecniche di musicista – era un
discreto clarinettista - quanto perché la sua Big Band fu la prima
orchestra in assoluto a tenere un concerto di musica non classica al
Carnegie Hall di New York, nel 1938. Nel 1942 la cover di Why Don't
You Do Right? – blues di dodici battute composto l'anno precedente
dal bluesman del Delta del Mississippi Kansas Joe McCoy – ottenne
un enorme successo. Quasi cinquant'anni più tardi, Jessica Rabbit
sculettava e sballottava le tette in faccia a Bob Hoskins nella
memorabile versione cartoon del medesimo brano in Chi ha incastrato Roger Rabbit?
LOUIS PRIMA (1911–1978) fu jazzista
versatile e per così dire sempre sul pezzo e cavalcatore di mode. Si
dedicò allo swing negli anni Trenta del Novecento e fu sicuramente
influenzato – nell'uso dello scat e nel modo di suonare la tromba –
da Louis Armstrong, suo conterraneo. Prima era italoamericano, e in
molte delle sue canzoni si divertì a ostentare le sue origini con
inserti di testo in italiano. Sing, Sing, Sing è uno dei suoi swing
più di successo all'epoca; parecchi bambini ed ex bambini, inoltre,
riconosceranno nella voce di Louis Prima quella di Re Luigi – il re
delle scimmie nella versione Disney deIl libro della jungla.
BILLIE HOLIDAY (1915–1959) è la Lady
Day cui Lou Reed dedica l'omonima canzone contenuta in Berlin (1973),
uno dei suoi lavori più impegnativi, sofferti e difficili. I testi
del disco sono infestati da storie di tossicodipendenza, abusi,
separazioni e violenze, e la vita della Holiday è stata costellata
da episodi ai limiti della sopportazione umana fino alla morte
prematura per cirrosi epatica. Now They Call It Swing è una specie
di metariflessione leggera e vaporosa sulla genesi dello swing e
sulla sua ballabilità dal ritmo sincopato – insomma, una piccola
lezione pratica sul modo in cui il panorama musicale nordamericano
andava evolvendosi.
ELLA FITZGERALD (1917-1996) – detta
anche Lady Ella, The First Lady of Song e Mama Jazz – è fra le
voci jazz più energiche e famose di sempre, e collaborò durante la
sua lunga carriera con i maggiori musicisti, cantanti e orchestre
dell'epoca (compresi i già citati Louis Armstrong e Duke Ellington).
La Fitzgerald era dotata di enormi doti vocali, che le permisero di
dedicarsi a tantissimi generi musicali. Sperimentò lo swing sin
dagli esordi professionali cantando nell'orchestra del batterista
Chick Webb, che l'arruolò per la sua band in séguito di una sua
esibizione amatoriale all'Apollo Theatre di Harlem nel 1934. La vita
di Ella fu cesellata di importanti riconoscimenti artistici, mentre
nel privato fu flagellata da eventi familiari traumatici in gioventù
e dalla malattia in vecchiaia.