giovedì 26 dicembre 2013

I funghi dell'Alto Sangro (prima parte)

"Cosa essere tu?"
Ai frequentatori abituali del Corvo Torvo non sarà sfuggita una particolare predilezione di Silvano per le pietanze a base di funghi. All'osteria amiamo i funghi, siamo appassionati di funghi, vi proponiamo preparazioni con funghi ogniqualvolta ci è possibile – vale a dire quando favorevoli congiunzioni astrali ci mettono a disposizione materia prima di qualità. Poiché – repetita iuvant – coi funghi non si scherza, e per quanto squisiti siano loro e per quanto golosi siamo noi di loro, il gioco non vale la candela: mai rischiare l'ingestione di esemplari mal conservati e della cui identità non si è pienamente sicuri. Di funghi si può anche morire, la loro raccolta è regolamentata da leggi imprescindibili (per quanto concerne la Regione Abruzzo, in particolare, potete fare affidamento a questo link) e occorre sempre rivolgersi all’Ispettorato Micologico dell'A.S.L. di riferimento per il riconoscimento delle specie fungine raccolte.

Quello dei funghi – o miceti – è un Regno Biologico vastissimo e variegato in quanto a morfologia e numero di specie. In questa sede e in questo contesto non possiamo che dedicarci ai funghi nei quali vi sarà capitato di imbattervi banchettando al Corvo, che sono poi quelli incrociabili per i boschi dell'Alto Sangro e zone limitrofe in particolari circostanze ambientali. In generale, l'unica condizione climatica in cui la fruttificazione micetica si blocca è quella di forte calore e secchezza dell'aria, sebbene in natura si trovino perfino funghi vegetanti su terreni sterili e sabbiosi che si alimentano per mezzo di residui organici presenti nel sottosuolo.

L'apporto nutrizionale dei funghi è abbastanza scarso, e il loro valore alimentare è prettamente gastronomico. In media 100 gr di funghi forniscono dalle 10 alle 20 Kcal. Sono composti da acqua per il 90-94%, protidi per il 2-5%, carboidrati per il 2-4% e lipidi 0-1%. Essendo in essi presenti anche fibre indigeribili – cellulosa e chitina – i funghi possono provocare disturbi di natura gastro-intestinale in soggetti predisposti.

Ora, torniamo ai funghi con cui abbiamo familiarità dalle nostre parti. Abbiamo selezionato un piccolo campionario dei ritrovamenti effettuati dal prode Silvano medesimo durante le sue leggendarie escursioni silvestri. Questa è la prima di una piccola serie di “puntate” di funghi for dummies: date un'occhiata e tenete bene a mente per quando decidete di avventurarvi fra le fitte coltri boschive dei dintorni se non siete tanto pratici (magari indossate pure un bel paio di stivali di gomma e portatevi dietro il TomTom).

Per ogni tipologia di fungo indichiamo il nome scientifico, composto da due termini – il genere e la specie – più i nomi, spesso variabili da luogo a luogo, con cui è conosciuto fra noi comuni mortali.

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Amanita panterina
Amanita pantherina

Cominciamo la rassegna dei funghi in cui avete possibilità di imbattervi dalle nostre parti con un tipetto da evitare assolutamente quanto meno a tavola, a causa della sua velenosità. È molto comune nei boschi di conifera e latifoglia dall'estate all'autunno, ed è conosciuto popolarmente come Amanita panterina, Tignosa rigata, Tignosa bigia e Tignosa bruna.

Il cappello di questo fungo, di forma convessa o piana, ha colore brunastro ed è solitamente ricoperto da piccole verruche bianco latte dai margini striati. Il gambo, bianco, ha forma cilindrica assottigliantesi verso l'alto. Presenta un anello liscio.

L'Amanita panterina non emana odori particolari; come accennavamo è da escluderne l'uso alimentare perché è velenosa. L'ingestione, a parte i più comuni disturbi gastro-intestinali da intossicazione, provoca la cosiddetta sindrome panterinica, una sindrome a “breve latenza” che sopraggiunge dopo circa 15 minuti e non si protrae oltre le 4 ore, con disturbi al sistema nervoso quali euforia, stato confusionale, collera, dilatazione e restringimento della pupilla (midriasi), ipotensione, tachicardia, convulsioni e perfino coma.


 
Boletus edulis, meglio noto come Porcino
Boletus edulis


L'aggettivo latino edulis significa “commestibile, edibile”. I nomi volgari più diffusi per questo fungo sono Ceppatello buono e – soprattutto – Porcino. Lo si può trovare dall'estate fino a tutto l'autunno in tutti i tipi di bosco a esclusione di quelli di larice.

Il cappello è emisferico, poi convesso; è leggermente rugoso e di colore che va dal castagno al biancastro. L'imenio – che è la parte sottostante il cappello che produce le spore, cioè le cellule riproduttive del fungo – è invece di colore bianco-giallastro virante al verde. Il gambo, di colore bianco-grigiastro, si presenta in forme variabili – a volte è cilindrico, altre simile a un bulbo – ed è ricoperto da un reticolo bianco a maglie allungate. La polpa al taglio è di colore bianco con qualche sfumatura rosea, e tale pigmentazione tende a restare stabile. Il carpoforo – l'insieme di cappello, imenio e gambo, ovvero il fungo inteso come “frutto” nella sua interezza – può raggiungere dimensioni abbastanza grandi, con oltre i 30 cm di diametro nel cappello.

Il Porcino ha un odore molto caratteristico e gradevole, ed è fra i funghi più conosciuti e apprezzati per uso gastronomico. È ottimo anche essiccato, polverizzato e conservato sottolio.



Famigliola di Boleti pinicola
Boletus pinicola o Boletus pinophilum

È conosciuto coi nomi volgari Boleto pinicola, Pinicola, Pinofilo, Porcino dei pini e Porcino rosso. È possibile trovarne esemplari da giugno a novembre; in Italia cresce nel Sud in boschi misti di conifera e latifoglia.

Porcini rossi innamorati (forse)
Il cappello, emisferico, è di colore da rossiccio a nerastro, e ha consistenza piena e carnosa. Nell'imenio i tubuli hanno colore giallastro-verdastro, mentre i pori sono piccoli e tondi. Il gambo è robusto e massiccio, ricoperto da un reticolo rossastro. La carne al taglio si presenta bianca. Anche il Pinicola può raggiungere le dimensioni notevoli dell'Edulis.

In cucina è ottimo e presenta caratteristiche organolettiche simili al Porcino.




Porcinello
Boletus rufus o Leccinum aurantiacum



È conosciuto coi nomi volgari Boleto rufo, Leccino, Porcinello, Rossino (il latino rufus significa letteralmente “dai capelli rossi”, mentre aurantiacum ha il significato di “aranciato”). Lo si trova in autunno, in particolare in boschi di betulla e pioppo.

Presenta un cappello inizialmente emisferico, poi convesso e piano, di colore arancio. L'imenio è formato da pori piccoli e tondi, e lunghi tubuli di colore grigiastro. Il gambo, di forma cilindrica, è piuttosto lungo e si assottiglia verso la parte alta; in superficie è rugoso e striato, e presenta squame scure.

Quando si taglia il fungo, la polpa a contatto con l'aria tende a ossidarsi dal grigio verso il rosa e l'azzurro.

L'odore del Boletus rufus non presenta particolarità apprezzabili, mentre in cucina ha buona resa e buona appetibilità. In cottura diventa nero. Il gambo resta abbastanza legnoso, e per questo c'è chi lo scarta salvando esclusivamente il cappello.


(Silvia Di Maulo)

sabato 21 dicembre 2013

Canzoni per l'inverno

Conoscete la Festa di Yule? Ecco, oggi è il solstizio d'inverno, che è poi il giorno in cui il Sole splende sulla Terra per un tempo minimo rispetto a tutti gli altri giorni dell'anno in corso e segna l'inizio dell'inverno astronomico. E oltre a essere il solstizio d'inverno, oggi è la Festa di Yule per i popoli di tradizioni germanica e celtica, ovvero il giorno in cui la  Madre Terra partorisce il Sole Bambino e come ogni anno rinnova il ciclo della Natura sempreverde e dei suoi frutti, che se ne stanno a sonnecchiare virtualmente sotto le nevi nella stagione fredda per poi esplodere con il ritorno dei mesi caldi.

Alle nostre latitudini terroniche, nel frattempo, Proserpina se ne va in letargo nell'Averno, d'inverno, col dio degli inferi Plutone abbandonando mamma Cerere – la dea mediterranea delle messi e della fertilità della Terra – a lunghi mesi di buio e freddo.

Mentre imbacucchiamo i nostri abeti a festa, schiocchiamo bacetti sotto il vischio e il Bambinello è sulla via della mangiatoia, al Corvo Torvo scongiuriamo sempiterni geloni e mestizie da carenza di ore solari a ritmo di musica. Se c'è una fettina di serenità, nei vostri ricordi, che vi riporta a qualche quarto d'ora di spensieratezza consumato in un angoletto dell'Osteria con un buon piatto caldo e un buon bicchiere di vino fra amici, probabilmente di quella piacevole fettina di ricordi fa parte anche una canzone – e forse anche più di un'unica canzone – fra quelle che trovate a questo link qui. Il Corvo le ha tutte nel cuore in modo speciale.

Quest'anno si gela più che in altri inverni, ma ancora un in bocca al lupo generoso per i giorni a venire ce lo possiamo concedere. Teniamoci stretti perché magari fa meno freddo, e teniamoci stretti i ricordi belli che danno coraggio – si spera. Passano i solstizi d'inverno, passeranno pure le nottatacce di questi giorni complicati. 

Buon fine anno a tutti.




(Silvia Di Maulo)

domenica 17 novembre 2013

Sabato 30 novembre: concerto di Federico Sirianni (con Stefano Barbati) e cena speciale al Corvo Torvo

Allora. Cosa succede di bello?

Succede che Federico Sirianni a dicembre esce con un disco di Natale. Che per ora non ha neanche un nome, ma che è proprio un disco di quelli di una volta – non un cd né una cassetta, tantomeno un pugno di file da scaricare: ma un vinile vero e proprio, di cui verrà realizzato un centinaio di copie. E un vinile di Natale in cui è lecito ipotizzare non ci saranno cose tipo Tu scendi dalle stelle o Astro del ciel, dato che il primo estratto – l'interpretazione in salsa charleston di Dolores, vecchio brano già cantato da Frank Sinatra e Bing Crosby – è sul web da qualche giorno e non suona affatto come quelle cose lì con panettoni, mangiatoie o panzoni in pigiama rosso incastrati giù per i comignoli.
Sabato 30 novembre Sirianni sarà al Corvo a suonare e presentare questo nuovo disco in occasione del Vinile di Natale Tour e l'ottimo Stefano Barbati alle chitarre.

Ed ero molto più ubriaco di voi, 11/01/13 [ph: M. Lorenzet]
Federico Sirianni passa a trovarci all'Osteria a distanza di quasi un anno – lo scorso 11 gennaio è stato protagonista, sempre insieme a Barbati, di Ed ero molto più ubriaco di voi, concerto in omaggio a Fabrizio De André.

Noi vi invitiamo calorosamente a partecipare al Vinile di Natale Tour, perché a parte tutti i riconoscimenti e i premi che Sirianni si è guadagnato, negli anni, per la sua attività artistica – Premio Recanati nel 2004, Premio Bindi nel 2006, Premio Lunezia DOC nel 2010 – lui è uno che sotto le luci soffuse del Corvo Torvo e fra i suoi tavolacci massicci ci sta proprio a pennello. Visionario, sanguigno, blues, ruvido, antagonista, tannico quanto basta; “si capisce fin troppo bene nell’Italia odierna, come un folk singer puro, genuino, creativo, intelligente di nome Sirianni [...] non sia personaggio mediatico, o divo di culto, o popstar; le sue canzoni, manzonianamente, uniscono l’utile al dilettevole, raccontano per immagini e affabulazioni, pescando, nella musica, soprattutto dalle radici delle tre Americhe”, Guido Michelone, Alias-Il manifesto.

Per la serata – speciale – del 30 novembre, Silvano Piccirilli ha in serbo per voi un menu – speciale – a € 18,00 che trovate in fondo a questo stesso post, e che potete anche scaricarvi a questo link.

Il concerto inizierà verso le 22:00; l'ingresso, come al solito, è libero – ma non garantiamo per il posto ai tavoli, che prenotiamo invece per la cena ai contatti di sempre (telefono fisso: 0872 716303; cellulare 347 7158527; Facebook Profile: https://www.facebook.com/corvotorvo?fref=ts).

L'evento Facebook con gli aggiornamenti invece è qua. Cra-cra e ad maiora!


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Il Corvo Torvo - Osteria di Terra
Menu speciale in occasione del concerto di 
Federico Sirianni
Vinile di Natale Tour
con Stefano Barbati
30 novembre 2013


 
Strozzapreti al Montepulciano con salsiccia e cannella
Primo
Strozzapreti al Montepulciano con salsiccia e cannella
oppure
Chitarra al ragù di ventricina

Secondo
Bocconcini di maiale all'aceto balsamico - compreso contorno
oppure
Goulash
Bocconcini di maiale all'aceto balsamico
Dolce
Zuppa lancianese
oppure
Trancio di gateau alle nocciole

Acqua minerale e caffè inclusi, alcolici esclusi


€ 18,00






(Silvia Di Maulo)

giovedì 14 novembre 2013

Il menu aggiornato


ATTENZIONE! Il Corvo Torvo è un romantico e un nostalgico, e ama conservare i ricordi del passato, incluso quanto contenuto in questo stesso post del blog. Nel frattempo, però, la Carta dei vini e delle birre dell'Osteria è cambiata di nuovo! Quella con gli AGGIORNAMENTI PIÚ RECENTI ED ESATTI la trovate al link seguente:  
http://ilcorvotorvo.blogspot.com/2014/11/il-menu-antigelo-del-corvo.html


Quando il vento comincia a soffiare da Nord, Mary Poppins apre l'ombrello e vola via. Il Corvo Torvo, invece, s'imbacucca per bene e aggiorna il menu.

Combattiamo il gelo in arrivo a cucchiaiate fumanti e generose, c'è una nutriente e golosa Zuppa di farro con verdure di stagione e stracciatella “cace e ove” che vi aspetta in Osteria. Fibre e sali minerali a volontà per onnivori e vegetariani!

Qui di seguito trovate tutte le proposte culinarie di Silvano Piccirilli. Potete scaricare il menu anche in formato .pdf a questo link. Cra!




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Il Corvo Torvo - Osteria di Terra
Menu

 
Timballino di polenta grigliata delle terre del sud

Taglieri 
Carnivoro (salumi e formaggi) € 9,00
Erbivoro (tagliere vegetariano) € 9,00
Corvo Torvo (per 2 persone) € 15,00
Bruschette miste (4 pezzi) € 3,00

Primi 
Strozzapreti al Montepulciano con salsiccia e cannella € 6,00
Risottino al caffè e nocciola € 6,00
Zuppa di farro con verdure di stagione e stracciatella “cace e ove” € 6,00
Timballino di polenta grigliata delle terre del sud € 6,00
Chitarrina al pesto di rucola, mandorle e pomodoro secco € 6,00 

Petto d'anatra all'arancia con capperi e semi di cumino
Secondi 
Entrecôte di vitellone € 15,00
Filettino di maiale con funghi e nocciole (compreso contorno) € 13,00 
i funghi possono variare in base alla stagione 
Bocconcini di maiale all'aceto balsamico (compreso contorno) € 10,00
Trancio di caciotta frentana arrosto (compreso contorno) € 7,00
Petto d'anatra all'arancia con capperi e semi di cumino  (compreso contorno) € 13,00

Contorni 
Verdure in padella € 3,00
Patate in camicia € 3,00

Dolci 
Mousse al Montepulciano € 4,00
Tartufini di cioccolato € 4,00
Zuppa lancianese € 4,00
Torta alle pere, nocciole e cioccolato € 4,00
Cheesecake al cioccolato bianco con composta di frutta di stagione € 5,00


(Silvia Di Maulo)

lunedì 11 novembre 2013

Proposte di menu fisso per comitive e feste

Cari frequentatori dell'Osteria, avventori e aspiranti tali, qui di seguito – lo dice il titolo del post – vi indichiamo le proposte di menu fisso rivolte da (anti)chef Silvano Piccirilli a chi vuole passare a trovarci al Corvo in gruppo. Che sia una festa di compleanno, o una piccola cerimonia, o quello che più vi aggrada, le proposte sono valide tanto per la cena che per il pranzo, per comitive di 6 e più persone, preferibilmente con – almeno – un giorno di preavviso

Vi ricordiamo che l'Osteria ha una capienza massima di 50 coperti, e che potete comunicare con noi tramite il Facebook Profile di Silvano Piccirilli, oppure per telefono fisso +39 0872 716303 e cellulare +39 347 7158527

Per chi non mangia carne c'è il menu #1; fate sempre presente al personale in sala le vostre esigenze, Il Corvo vi aspetta a braccia (alette?, alacce?) aperte.
Cra e sempre cra!

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Il Corvo Torvo
Proposte di menu fisso 


Zuppa lancianese
Menu #1
€ 18,00

- Bruschette miste                        
- Assaggio di zuppa di farro con verdure di stagione e stracciatella “cace e ove” 
- Assaggio di orecchiette con ceci e porcini
- Zuppa lancianese
- Acqua minerale, vino – De Luca Sipario Montepulciano d'Abruzzo DOC, oppure Eredi Legonziano Cocciatosta Montepulciano d'Abruzzo DOC – e caffè  

Menu #2
€ 20,00

-
Orecchiette con verza viola e speck
- Bocconcini di maiale all'aceto balsamico - compreso contorno
- Zuppa lancianese
- Acqua minerale, vino – De Luca Sipario Montepulciano d'Abruzzo DOC, oppure Eredi Legonziano Cocciatosta Montepulciano d'Abruzzo DOC – e caffè  

Strozzapreti al Montepulciano con salsiccia e cannella
Menu #3
€ 25,00 
- Bruschette miste  
- Strozzapreti al Montepulciano con salsiccia e cannella, oppure Strozzapreti al ragù di ventricina 
- Brasato di vitello al Montepulciano Zuppa lancianese
- Acqua minerale, vino – De Luca Sipario Montepulciano d'Abruzzo DOC, oppure Eredi Legonziano Cocciatosta Montepulciano d'Abruzzo DOC – e caffè  





(Silvia Di Maulo)

martedì 5 novembre 2013

Staying alive con l'olio novello!

Novembre, tempo di olio novello!, sempreverde, salutare e saporito. Il Corvo, come ogni anno in questo periodo, è andato a “coj l'alive”; ha sudato settemila camicie, si è spezzato bene bene la schiena, ma è sopravvissuto alla grande, e il frutto di tanta fatica potete gustarvelo nei piatti che vi prepara Silvano quando passate a trovarci all'Osteria. 

Già che ci siamo, spendiamo pure due parole sull'olio extravergine d'oliva, prodotto dalle eccellenti qualità nutrizionali. Ai primi di questo mese, dalle nostre parti e magari pure altrove, è pieno di sagre e feste e abbuffate in piazza di “robe novelle”: una su tutti, il vino. E qui è il caso di distinguere: il “novello” applicato all'olio, prodotto in questo periodo, e il “novello” che si usa per il vino sono due cose parecchio diverse. 

"Dal forchettone al rastrello, potenza dell'olio novello!",
Anonimo


Il vino novello, per quanto gradevole al palato, va consumato a breve termine, perché inacidisce e va a male facilmente. Il motivo di queste caratteristiche sta nel fatto che viene prodotto per macerazione carbonica: l'uva non viene pigiata, ma è lasciata intera a macerare in ambiente saturo di CO2, cosicché non c'è fermentazione alcolica vera e propria, e soprattutto viene rilasciata soltanto una minima quantità di tannini

Questi ultimi fanno parte della famiglia dei polifenoli, sostanze organiche presenti in natura nei vegetali che influenzano notevolmente la capacità di conservazione dell'alimento, poiché eliminano i famigerati radicali liberi rallentando i processi di ossidazione e alterazione biochimica e organolettica. 

Al contrario, l'olio novello – in particolare quello realizzato in un certo modo che vediamo di séguito – è ricchissimo in biofenoli, soprattutto quando è prodotto con olive giovani e in via di maturazione, vale a dire le drupe invaiate, pigmentate sui toni porpora. Ecco, quei colori lì corrispondono alla presenza di antocianine, polifenoli antiossidanti che permettono la migliore conservazione dell'olio stesso. 
“Sovra il candido vel cinta d’uliva
donna m’apparve sotto verde manto.”,
Dante
Merendata "de na vot'": pane e olio
Vedete che bel colore le olive che abbiamo utilizzato per l'olio del Corvo? Un bel mix di drupe giovani e invaiate, al 95% di varietà Leccino e al 5% Gentile. Con quello della “prima tornata” ci abbiamo già fatto una merendata di quelle feroci la settimana scorsa, visto com'è verde? In bocca è leggermente amaro, e piccante. Se avessimo utilizzato delle olive con un livello di maturazione più avanzato, avremmo ottenuto un olio decisamente diverso: virante al giallo nel colore e di sapore più dolce.

Le note di piccante e di amaro, assenti nell'olio ipotetico di olive mature e presenti invece nell'olio del Corvo, derivano proprio dalla presenza dei polifenoli. Quella sensazione piacevolmente pungente è una percezione indiretta che va a stuzzicare il nervo trigemino e avviene per reazione proteica a livello salivare. Un olio moderatamente amaro e piccante è un alimento che si conserverà bene nel tempo e che introdurrà nel vostro organismo un buon quantitativo di agenti riducenti anti-age. Poi se preferite infierire sul trigemino con le punture di botulino, ne avete facoltà. Il Corvo preferisce il pizzicore delle bruschette. 

"Qui radichi e cresca! Non vuole,
per crescere, ch'aria, che sole,
che tempo, l'ulivo!"
,
Giovanni Pascoli
Anti-age e anti screpolatura da collazione olivesca – piuttosto che da qualsiasi altra operazione usurante per le vostre mani - è pure una ricetta idratante facile facile e 100% naturale da serbare per gli effetti collaterali dei vostri meeting campagnoli d'autunno: se vi siete stracciata la pelle e siete tutti cartavetrati, basta massaggiare con un po' di zucchero sciolto in olio d'oliva per ritornare lisci e morbidi come ai tempi di Carosello. Forever alive con le “alive”!


(Silvia Di Maulo)

domenica 20 ottobre 2013

Qualche aggiornamento sulla carta dei vini e delle birre al Corvo Torvo

Un homme qui ne boit que de l'eau a un secret à cacher à ses semblables” 
 (“Chi beve soltanto acqua ha un segreto da nascondere ai suoi simili”), 
Charles Baudelaire
ATTENZIONE! Il Corvo Torvo è un romantico e un nostalgico, e ama conservare i ricordi del passato, incluso quanto contenuto in questo stesso post del blog. Nel frattempo, però, la Carta dei vini e delle birre dell'Osteria è cambiata di nuovo! Quella con gli AGGIORNAMENTI PIÚ RECENTI ED ESATTI la trovate al link seguente:  
http://ilcorvotorvo.blogspot.it/2015/02/la-corvo-cantina.html

L'autunno inoltrato porta con sé foglie ingiallite, calzoni di velluto e qualche piccola novità nell'offerta alcolica dell'Osteria. Il Corvo Torvo in particolare dedica un cra-cra di benvenuto al Sipario Montepulciano d'Abruzzo DOC e al DiRè Montepulciano d'Abruzzo DOC dell'Azienda Vinicola F.lli De Luca di Mozzagrogna (CH), nonché al Quercia del Colle Ducale Montepulciano d'Abruzzo DOC dell'Azienda Agricola Bardella di Ortona (CH).

Ricordate di bere responsabilmente, sennò vi levano i punti sulla patente e vi tocca andare a piedi sotto la pioggia della stagione fredda! A occhio e croce non è il massimo.

A questo link potete scaricare il .pdf della carta dei vini e delle birre aggiornata, che vi proponiamo anche qua, più giù, esattamente sotto gli asterischi...



 
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Il Corvo Torvo - Osteria di Terra
Vini e birre



Vini Abruzzo


De Luca
- Sipario_Montepulciano € 10,00
- DiRè_Montepulciano € 14,00

Tilli
- Lupus_Montepulciano € 13,00
- Concetto_Merlot 15° € 14,00

- Roveri 12 (Montepulciano e Syrah) € 14,00
- Roveri_Montepulciano € 15,00
- Roveri 24 € 20,00

- Zero_Montepulciano € 13,00
- Uno_Montepulciano € 16,00
- Collefrisio di Collefrisio_Monte € 25,00
- Falanghina € 15,00

- Nicò_Montepulciano € 12,00
- Desiderio_Montepulciano € 18,00

Azienda Agricola Bardella
- Rosso del Moggio_Montepulciano € 10,00
- Quercia del Colle Ducale _Montepulciano € 14,00

- Ju Zirè_Montepulciano € 14,00
 
Eredi Legonziano
- Cocciatosta_Montepulciano € 9,00
- Diocleziano_Montepulciano € 15,00
- Anxanum_Montepulciano € 10,00
- Anxanum_Cerasuolo € 13,00
- Anxanum_Pecorino € 12,00
- Dayne_Cococciola € 13,00
- Legonziano (Spumante di Cococciola) € 16,00



Vini Sicilia


Villathalia
- Nero d'Avola € 13,00



Birre Abruzzo


Birrificio Maiella
- Cluviae 0,75 € 13,00
- Magia Rossa 0,75 € 13,00
- Mattias 0,75 € 13,00



(Silvia Di Maulo) 

sabato 19 ottobre 2013

La pasta fresca acqua e farina: qualche suggerimento per principianti

Le Cosmicomiche, bizzare cosmogonie fra scienza e poesia
Ma voi l'avete mai preparata la pasta a mano? È un'esperienza appagante, un atto d'amore condiviso – se non vi mangiate tutto voi; fa bene all'ego e riconcilia con la parte più intima, primordiale e fanciullesca di noi stessi: quella che fa i miscugli, sperimenta, e plasma nutrimento con le cose più elementari. 

Preparare la pasta a mano non soltanto è semplice, ma permette di avere una più piena consapevolezza del valore degli ingredienti in termini nutrizionali, economici, qualitativi

Tutto quello che vi serve è acqua, un pizzico di sale e farina – o meglio, semola, dato che la farina in senso stretto è quella derivata dalla lavorazione del grano tenero (Triticum vulgare, 42 cromosomi). Per la pasta, invece, ci vuole per l'appunto la semola di grano duro (Triticum durum, 28 cromosomi), che rispetto al cugino tenero presenta una maggiore quantità di due proteine in particolare: la glutenina – responsabile del grado di tenacità ed elasticità dell'impasto – e la gliadina, che determina viscosità ed estendibilità. 

Ora, quando facciamo la nostra bella fontanella di semola e piano piano uniamo l'acqua lavorando di polso, avviene che glutenina e gliadina, idratandosi, si uniscono fra loro dando origine al glutine, famigerato nemico dei celiaci. Come un reticolo, il glutine trattiene le molecole di amido al suo interno; ed ecco perché è importante lavorare per bene l'impasto: più si lavora, più il calore sprigionato dal nostro movimento agevola questa fusione fra componente proteica e zuccheri complessi. Maggiore è la percentuale glutinica, più omogeneo e resistente risulterà l'impasto.

Silvano Piccirilli propone spesso al Corvo in menu le sagnette, condite a seconda della stagionalità in modi che rivisitano un classico tanto caro alla tradizione culinaria abruzzese. Qui vi diamo qualche dritta per la preparazione della pasta. Negli ultimi tempi, fra l'altro, c'è stata una riscoperta dell'ottima varietà di grano duro Senatore Cappelli, “nonno” dei grani duri moderni geneticamente modificati e prodotto in agricoltura biologica. Deve il suo nome al senatore Raffaele Cappelli, aprutino verace di San Demetrio ne' Vestini (AQ), che ne favorì la diffusione. Quindi, se avete voglia di farvi una bella impastata abruzzese di qualità, questa semola sicuramente non stona.

... e si va di mattarello. Stendete dal centro!
Le proporzioni di acqua e farina sono di 1 a 2 – dunque, per esempio: 100 gr di acqua e 200 gr di farina. Si unisce un pizzico di sale, si lavora con energia, e si lascia asciugare l'impasto a riposo per almeno mezz'ora. A questo punto, infarinatevi per bene le mani e schiacciate l'impasto – infarinandolo in superficie a sua volta - più che potete a mo' di frittella, e si va di mattarello. Stendete dal centro della frittella, prima verso l'alto e poi verso il basso, e cercate di darle una forma rettangolare. Se la pasta tende a restare attaccata al mattarello significa che è ancora umida, e vi conviene insemolarne la superficie.

Non stendete la pasta troppo sottilmente: la sagna è una roba rustica! Un paio di millimetri di spessore va bene.

A questo punto tagliate la sfoglia di pasta in più rettangoli dell'altezza di 5 cm circa. Sempre infarinando con generosità, adagiate due o tre rettangoli di pasta uno sopra l'altro, e con un coltello trinciante tagliate per obliquo, lungo il senso dell'altezza, delle striscette di pasta. Ecco, quelle sono le famose sagnette! 

...con un coltello trinciante tagliate per obliquo delle striscette di pasta.
Prima di cuocere la pasta, mettetela ad asciugare per un paio di ore almeno. Prendete un vassoio, infarinatelo per bene – magari aiutandovi con un setaccio come fa Silvano in foto – e adagiatevi le sagnette dopo aver insemolato pure loro (potete farvi l'applauso come fa Silvano in foto). Cercate di non sovrapporre le strisce di pasta onde evitare eventuali appiccicamenti.


...non sovrapporre le strisce di pasta onde evitare eventuali appiccicamenti.
Fate riposare il tutto, poi potete cuocere in acqua salata in ebollizione dopo aver eliminato la farina in eccesso col solito setaccio. Per quanto tempo si fa cuocere? Il tempo di buttare la pasta e vederla risalire in superficie: quando le sagnette riemergono, significa che sono pronte per essere scolate, condite e mangiate.

Di pasta fatta a mano - nella versione più ricca con le uova – e di tutto il mondo di storia, cultura e sconfinati spazi emozionali che si porta con sé questa tradizione domestica e confidenziale, scrisse Italo Calvino mezzo secolo fa. Vi lasciamo con le sue parole.
Cra dal Corvo e buon impasto!


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Si stava così bene tutti insieme, così bene, che qualcosa di straordinario doveva pur accadere. Bastò che a un certo momento lei dicesse: - Ragazzi, avessi un po' di spazio, come mi piacerebbe farvi le tagliatelle! - E in quel momento tutti pensammo allo spazio che averbbero occupato le tonde braccia di lei muovendosi avanti e indietro con il mattarello sulla sfoglia di pasta, il petto di lei calando sul gran mucchio di farina e uova che ingombrava il largo tagliere mentre le sue braccia impastavano impastavano, bianche e unte d'olio fin sopra al gomito; pensammo allo spazio che avrebbero occupato la farina, e il grano per fare la farina, e i campi per coltivare il grano, e le montagne da cui scendeva l'acqua per irrigare i campi, e i pascoli per le mandrie di vitelli che avrebbero dato la carne per il sugo; allo spazio che ci sarebbe voluto perché il Sole arrivasse con i suoi raggi a maturare il grano; allo spazio perché dalle nubi di gas stellari il Sole si condensasse e bruciasse; alle quantità di stelle e galassie e ammassi galattici in fuga nello spazio che ci sarebbero volute per tener sospesa ogni galassia ogni nebula ogni sole ogni pianeta, e nello stesso tempo del pensarlo questo spazio inarrestabilmente si formava, nello stesso tempo in cui la signora Ph(i)Nko pronunciava quelle parole: - le tagliatelle, ve', ragazzi! - il punto che conteneva lei e noi tutti s'espandeva in una raggera di distanze d'anni-luce e secoli-luce e miliardi di millenni-luce, e noi sbattuti ai quattro angoli dell'universo (il signor Pbert Pberd fino a Pavia), e lei dissolta in non so quale specie d'energia luce calore, lei signora Ph(i)Nko, quella che in mezzo al chiuso nostro mondo meschino era stata capace d'uno slancio generoso, il primo, «Ragazzi, che tagliatelle vi farei mangiare!», un vero slancio d'amore generale, dando inizio nello stesso momento al concetto di spazio, e allo spazio propriamente detto, e al tempo, e alla gravitazione universale, e all'universo gravitante, rendendo possibili miliardi di miliardi di soli, e di pianeti, e di campi di grano, e di signore Ph(i)Nko sparse per i continenti dei pianeti che impastano con le braccia unte e generose infarinate, e lei da quel momento perduta, e noi a rimpiangerla.
Italo Calvino, "Tutto in un punto", Le Cosmicomiche (1965)


 (Silvia Di Maulo)