Novembre, tempo di olio novello!, sempreverde, salutare e saporito. Il Corvo, come ogni anno in
questo periodo, è andato a “coj l'alive”; ha sudato settemila
camicie, si è spezzato bene bene la schiena, ma è sopravvissuto
alla grande, e il frutto di tanta fatica potete gustarvelo nei piatti
che vi prepara Silvano quando passate a trovarci all'Osteria.
Già che ci siamo, spendiamo pure due parole sull'olio extravergine d'oliva, prodotto
dalle eccellenti qualità nutrizionali. Ai primi di questo mese, dalle nostre parti e magari pure altrove, è pieno di sagre e feste
e abbuffate in piazza di “robe novelle”: una su tutti, il vino. E qui è il caso di distinguere: il
“novello” applicato all'olio, prodotto in questo periodo, e il
“novello” che si usa per il vino sono due cose parecchio diverse.
"Dal forchettone al rastrello, potenza dell'olio novello!",
Anonimo |
Il
vino novello, per quanto gradevole al palato, va consumato a breve termine, perché inacidisce e va a
male facilmente. Il motivo di queste caratteristiche sta nel fatto
che viene prodotto per macerazione carbonica: l'uva non viene
pigiata, ma è lasciata intera a macerare in ambiente saturo di CO2,
cosicché non c'è fermentazione alcolica vera e propria, e
soprattutto viene rilasciata soltanto una minima quantità di
tannini.
Questi ultimi fanno parte della famiglia dei polifenoli, sostanze
organiche presenti in natura nei vegetali che influenzano
notevolmente la capacità di conservazione dell'alimento, poiché
eliminano i famigerati radicali liberi rallentando i processi di
ossidazione e alterazione biochimica e organolettica.
Al contrario, l'olio novello – in particolare quello realizzato
in un certo modo che vediamo di séguito – è ricchissimo in biofenoli, soprattutto quando
è prodotto con olive giovani e in via di maturazione, vale a dire le
drupe invaiate, pigmentate sui toni porpora. Ecco, quei colori lì
corrispondono alla presenza di antocianine, polifenoli antiossidanti
che permettono la migliore conservazione dell'olio stesso.
“Sovra il candido vel cinta d’uliva donna m’apparve sotto verde manto.”, Dante |
Merendata "de na vot'": pane e olio |
Vedete che bel colore le olive che abbiamo utilizzato per l'olio
del Corvo? Un bel mix di drupe giovani e invaiate, al 95% di varietà
Leccino e al 5% Gentile. Con quello della “prima tornata” ci
abbiamo già fatto una merendata di quelle feroci la settimana
scorsa, visto com'è verde? In bocca è leggermente amaro, e
piccante. Se avessimo utilizzato delle olive con un livello di
maturazione più avanzato, avremmo ottenuto un olio decisamente
diverso: virante al giallo nel colore e di sapore più dolce.
Le note di piccante e di amaro, assenti nell'olio ipotetico di olive mature e presenti invece nell'olio del Corvo, derivano proprio dalla presenza dei polifenoli. Quella sensazione piacevolmente pungente è una percezione indiretta che va a stuzzicare il nervo trigemino e avviene per reazione proteica a livello salivare. Un olio moderatamente amaro e piccante è un alimento che si conserverà bene nel tempo e che introdurrà nel vostro organismo un buon quantitativo di agenti riducenti anti-age. Poi se preferite infierire sul trigemino con le punture di botulino, ne avete facoltà. Il Corvo preferisce il pizzicore delle bruschette.
"Qui radichi e cresca! Non vuole, per crescere, ch'aria, che sole, che tempo, l'ulivo!", Giovanni Pascoli |
Anti-age e anti screpolatura da collazione olivesca – piuttosto
che da qualsiasi altra operazione usurante per le vostre mani - è
pure una ricetta idratante facile facile e 100% naturale da serbare
per gli effetti collaterali dei vostri meeting campagnoli d'autunno:
se vi siete stracciata la pelle e siete tutti cartavetrati, basta
massaggiare con un po' di zucchero sciolto in olio d'oliva per
ritornare lisci e morbidi come ai tempi di Carosello. Forever
alive con le “alive”!
(Silvia Di Maulo)
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