lunedì 23 febbraio 2015

Cos'è il Delta Blues? Speciale Puzza Fa' Lu Blues con The Bigballs Eggs & Cheese

Il blues è una storia seria e importante, Il Corvo Torvo se lo sente addosso e il solenne e ieraticissimo Silvano gli ha voluto dedicare tutta la seconda ondata di appuntamenti live di questa stagione che prende il via venerdì 27 febbraio.


Il primo concerto di Puzza Fa' Lu Blues è quello di The Bigballs Eggs & Cheese (le grandi pallotte cac'e ove), trio composto da Janis J. Winter (voce), Pierluigi Petricca (slide guitar) e Marco Pellegrini (harp & guitar). E non a caso si inizia con loro, che si dedicano a uno stile particolare di blues – lo stile delle origini, il Delta Blues. Per delta si intende la foce del Mississippi, il fiumone lunghissimo che attraversa gli USA dal Nord del Minnesota per 10 stati federati per riversarsi nelle acque del Golfo del Messico in Louisiana dopo quasi 4000 km. 




Nei territori del Sud, fra le colline dello Stato del Mississippi, con tutta probabilità è nato il blues alla fine del XIX secolo, in un contesto rurale di estrema povertà e piantagioni di cotone su cui si spaccavano la schiena e riversavano sudore gli schiavi afroamericani.

Blues è un termine che già dalla prima metà del 1800, in quei luoghi, si riferisce alla noia, al tedio. Sicuramente le popolazioni nere costrette a lunghe ore di faticoso appiattimento nei campi non se la spassavano granché, e col tempo blues passò a indicare tristezza e malinconia veri e propri. C'è un'espressione ancora corrente che recita I've got the blues, e il blue è il colore del magone più mesto. 

Il Delta Blues ha rappresentato la naturale e primigenia evoluzione dei lamenti di dolore che le vittime degli schiavisti negrieri si scambiavano faticando fra le piante di cotone. Il blues nasce dai canti di lavoro, caratterizzati da figure ritmiche ripetute ossessivamente, strofi essenziali dai versi generalmente non rimati che davano voce a profanissime lacerazioni del vissuto quotidiano.

Con l'abolizione – sulla carta – della schiavitù, il blues si emancipa dal contesto agricolo, e i musicisti del Delta assumono consapevolezza identitaria della propria arte, definendola via via professionalmente. Fra la fine degli anni '20 e il decennio successivo il blues si afferma progressivamente come musica della comunità afroamericana diffondendosi aldifuori delle contee del Sud. 
Ce ne sarebbero da dire ancora parecchie. Dato che si tratta di musica, e dato che la musica passa per le orecchie, e dato ancora che ce ne sarà da ascoltare parecchia durante Puzza Fa' Lu Blues, qui di séguito ci facciamo insieme una bella infarinata propedeutica di Delta Blues a mo' di cotolette. Quali furono i maggiori esponenti di questo stile originario?

CHARLEY PATTON (18911934) è da molti considerato l'iniziatore dello stile Delta Blues, e nonostante fosse un ometto basso e magrolino, aveva un vocione davvero potente. Sapeva il fatto suo quando suonava dal vivo, era un intrattenitore nato e viene descritto come il classico bluesman carismatico e scavezzacollo. In realtà – a differenza di altri suoi contemporanei colleghi dalle esistenze vagabonde e arruffatissime – è ricordato come il primo vero musicista blues professionista, nel senso che si esibiva in occasioni programmate. Figlio del Mississippi di sangue misto – nero, bianco e perfino Cherokee – Patton amava far vibrare le corde della sua chitarra all'Hawaiiana, tenendosela sul grembo, glissando con il bottleneck o con un coltellino tascabile.


HUDDIE WILLIAM LEDBETTER, conosciuto come Leadbelly o Lead Belly (1885–1949), in realtà non nacque né visse nel Mississippi ma più a ovest, fra Texas e Louisiana, e poi a New York. Ciononostante, la sua esperienza di musicista folk-blues è parzialmente sovrapponibile al mood Delta, e vale la pena citarlo. Si divise la giovinezza fra il lavoro nei campi di cotone e lo studio appassionato di fisarmonica e chitarra. Ben presto fu in grado di guadagnarsi da vivere suonando, sebbene la personalità burrascosa lo portò in prigione per diverse volte, anche per omicidio. Il nomignolo Lead Belly pancia di piombo gli fu affibiato proprio dietro le sbarre per essersi preso una pallottola nell'addome mai estratta. E in prigione Ledbetter ebbe l'opportunità di ascoltare, imparare e assorbire dai compagni di sventura una gran quantità di canti popolari e tradizionali. L'attività di riscoperta delle radici musicali degli afroamericani operata da Leadbelly nella sua musica ebbe un'enorme influenza, a partire dalla fine degli anni '60 in poi, sul revival folk che attraversò gli USA giungendo ai giorni nostri fino al mainstream. Where Did You Sleep Last Night dei Nirvana, ad esempio, è in realtà una cover di Black Girl di Lead Belly.



ROBERT JOHNSON (19111938) è stato un musicista di grandissimo talento ed inseguì il sogno di diventare un bluesman professionista per tutta la sua brevissima esistenza. Questa aspirazione era in lui talmente totalizzante che ne nacque tutta una serie di tetre leggende che lo vollero non solo essere solito vagabondare per cimiteri con la sua chitarra, ma addirittura essersi venduto l'anima a Satana in cambio di uno strumento prodigioso. La verità era che Johnson si immerse ossessivamente nella musica fino alla consunzione psicofisica, oltreché al raggiungimento di livelli tecnici eccelsi nel fingerpicking. Rimasto vedovo appena diciottenne, non si riprese mai dal trauma e l'alcolismo lo sfiancò di lì in poi. Morì ad appena 27 anni - come tante icone “maledette” della popular music – non si sa bene come: c'è chi lo vuole avvelenato per gelosia da una donna, chi sfinito da un attacco epilettico, e chi ancora ci vede la mano del Diavolo.


SON HOUSE (19021988) era stato il burlone che aveva diffuso la leggenda sulla presunto patto col Diavolo di Robert Johnson di cui sopra. Aveva un timbro di voce caldo e sensuale, amava le donne – o per lo meno non riusciva a starne lontano, dato che se ne sposò 5 - ed ebbe una vita alquanto spericolata, divisa fra sacro e profano: fu predicatore per la Chiesa Battista, si fece qualche anno di galera per omicidio e quando uscì abbandonò il Mississippi per New York. Nella Grande Mela lavorò da semplice operaio, per poi tornare al blues nella seconda metà degli anni '60 esibendosi anche in Europa. Se lo portò via un cancro alla laringe a Detroit, dopo aver sofferto anche di Parkinson e Alzheimer. Pochi anni fa The White Stripes hanno coverizzato la sua Death Letter Blues.


Al Delta sono legate anche le infanzie biografica e musicale del Re del Boogie e della scena blues di Detroit, JOHN LEE HOOKER (1917–2001). Hooker nacque nel Mississippi e fu tirato su, nei primissimi anni, a pane e spirituals, poiché il padre era un predicatore battista. Dopo il divorzio dei genitori, Hooker si ritrovò per patrigno un musicista che si esibiva con Charley Patton (vedi sopra), e così fu introdotto al mondo del blues molto precocemente, continuando a suonare, cantare e incidere anche quando dovette trasferirsi a Detroit lavorando come metalmeccanico. Col tempo divente una star acclamata, comparve nel film The Blues Brothers e trascorse una vecchiaia serena ed economicamente florida.


'MISSISSIPPI' FRED MCDOWELL (1904–1972) nacque e visse per la maggior parte della sua vita in Tennessee suonando per fiere e feste di paese. Diventò famoso soltanto alla fine degli anni '50 grazie all'etnomusicologo Alan Lomax, fautore della “scoperta” di diversi talentuosi musicisti del Delta. McDowell rimase sempre fedele ortodosso del blues più radicale e più volte affermò di sentirsi musicalmente estraneo a ciò che veniva definito come rock'n'roll. Utilizzava bottleneck e Dobro chitarra inventata negli anni '20 dotata di un risonatore interno in grado di amplificarne notevolmente il suono.




Anche BOOKER T. WASHINGTON 'BUKKA' WHITE (1909–1977) era figlio del Mississippi e anche lui, in gioventù, ebbe il privilegio di entrare in contatto col padre del Delta Blues, Charley Patton. Già il polistrumentista papà di Bukka aveva introdotto l'erede al violino e poi alla chitarra, nonostante l'opposizione della nonna, che non voleva si suonasse musica del diavolo in casa. E anche Bukka White, come altri illustri colleghi, ebbe qualche guaio con la legge finendo per qualche anno, con l'accusa di omicidio, in galera, dove però godeva del rispetto di tutti e dove trasse ispirazione per diverse canzoni incise in séguito da uomo libero. Cugino di B.B. King, personalità trascinante, Bukka White continuò a far musica per tutta la vita.



Dopo quest'immersione non ci resta che darvi appuntamento a venerdì 27 febbraio al Corvo Torvo, in Corso Roma 92, con il Delta Blues dei The Bigballs Eggs & Cheese. Trovate il calendario completo di Pizza Fa' Lu Blues a questo link. Boom boom boom e cra!

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